Il Dipartimento dei Lavori Pubblici della città ha emesso un ordine per rimuovere 18 cartelloni pubblicitari con immagini dalla rivista Hustler e siti web pornografici gestiti da Larry Flint. In una delle immagini, una donna si masturbava con una banana seduta davanti al monitor del computer. Un altro ha mostrato quattro donne che si fanno sesso orale. Altri annunci mostravano coppie che facevano sesso, mentre altri tre uomini stavano facendo un atto di macellazione. Flint affermò che la città lo stava censurando e fece causa a San Francisco per 10 milioni di dollari. Ha sostenuto che la pubblicità è stata protetta in conformità con il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce la libertà di espressione. Il caso è finito davanti a un giudice federale che ha deciso contro Flint, sostenendo che la città può regolamentare il discorso commerciale se lo fa senza discriminare un punto di vista specifico o un oratore. Il giudice ha anche sottolineato che la città ha il diritto di proteggere i suoi cittadini da «materiale offensivo o odioso».
I rappresentanti di San Francisco hanno dichiarato che continueranno a monitorare le loro leggi contro l'oscenità. In risposta all'ordinanza, l'ufficio del procuratore comunale ha annunciato il piano di sviluppare nuove regole per la pubblicità pubblica che tengano conto di fattori quali la posizione e il contesto per determinare ciò che è materiale osceno.
Questa domanda ha suscitato un dibattito sulla libertà di espressione rispetto agli standard della comunità. Alcuni pensavano che le immagini di Flint fossero dannose per i bambini, mentre altri le proteggevano come frasi artistiche da proteggere.
Dopo mesi di ricorsi legali, tutti i cartelloni con contenuti espliciti, tranne due, sono stati eliminati. In seguito, la giuria ha assegnato 4,5 milioni di dollari a Flint come risarcimento danni, ma il verdetto è stato annullato in appello.
Nonostante le divergenze, Hustler ha continuato a pubblicizzare a San Francisco fino al 2008, quando Flynt ha accettato di rimuoverli volontariamente dopo aver affrontato ulteriori controlli su un'altra serie di cartelloni che mostravano immagini grafiche.
In generale, questo evento ha evidenziato la tensione tra il diritto di espressione libera e la necessità di mantenere gli standard della comunità. Questo ha anche sollevato domande su quanto le città possano spingersi nella regolamentazione delle proiezioni pubbliche senza violare le libertà civili.