Modelli sessuali sono metodi ricorrenti che le persone godono del sesso, che possono includere determinate posizioni, tipi di stimolazione, fantasie, azioni, argomenti, preferenze o comportamenti durante i preliminari, rapporti sessuali e orgasmo.
Ad esempio, alcune persone amano fare sesso orale prima della penetrazione vaginale o eseguire scenari di BDSM ogni volta che fanno l'amore. La ripetibilità può essere piacevole se soddisfa le loro esigenze e desideri unici.
Tuttavia, il sesso diventa noioso quando le coppie fanno la stessa routine senza ricerca, diversità, novità o apertura a nuove esperienze.
Gli effetti dei modelli ripetitivi
I modelli ripetuti influenzano diversi aspetti della soddisfazione relazionale, dell'intimità emotiva e della novità. Alcuni effetti sono positivi e altri negativi.
Innanzitutto, l'effetto più evidente è la noia. Quando i partner continuano a fare lo stesso, si abituano alla prevedibilità e perdono interesse per i corpi e le menti degli altri. Imparano anche a divertirsi l'uno con l'altro. Il sesso noioso di solito porta a bassa autostima, risentimento, frustrazione e disappunto del rapporto. I partner desiderosi di novità e azart possono sentirsi intrappolati e cercare soddisfazione al di fuori del loro rapporto.
In secondo luogo, la regolarità genera aspettative che impediscono la spontaneità. Le persone si abituano a fare sesso in certi giorni, orari, posti o posizioni e smettono di essere giocosi perché seguono le regole stabilite. La loro intimità diminuisce perché i loro rapporti sessuali diventano meccanici e automatici. La mancanza di creatività indebolisce anche la fiducia, l'onestà, la vulnerabilità, il rispetto e la comunicazione. Inoltre, gli innamorati iniziano a concentrarsi sulla logistica, invece di provare sentimenti, che danneggiano l'affetto emotivo.
Terzo, la monotonia rende le persone egoiste perché smettono di pensare al piacere del partner.
Ad esempio, le coppie che hanno sempre una posizione missionaria tendono a utilizzare solo due parti del corpo (pene e vagina) durante il rapporto sessuale, ignorando altre aree come il seno, le chiappe, il passaggio posteriore, il collo o la bocca. Ciò riduce la soddisfazione e il legame reciproci, perché li rende egocentrici e non divisivi.
Come interrompere i modelli ripetuti
Per evitare questi effetti, i partner devono discutere apertamente le proprie preferenze e creare nuove procedure adatte a entrambi i desideri. Possono farlo sperimentando diversi tipi di tocchi, colpi, movimenti, scenari, fantasie, luoghi, suoni, posizioni o anche ruoli.
In primo luogo, devono essere pronti a provare cose nuove e andare oltre il comportamento standard. Invece di seguire le vecchie abitudini, dovrebbero esplorare diverse parti del corpo, sensazioni, metodi e azioni sensuali. I partner possono accettare di indossare biancheria intima, giocare ruoli, masturbarsi insieme, fare sesso orale, baciarsi appassionatamente per lunghi periodi, parlare sporco, utilizzare oggetti, condividere fantasie o fare sesso pubblico. In secondo luogo, gli innamorati dovrebbero esercitarsi nella consapevolezza e rallentare per godersi al meglio. I movimenti più lenti, il discorso più lento e i preliminari più lunghi permettono loro di concentrarsi sull'esperienza piuttosto che affrettarsi al culmine. Infine, dovrebbero parlare liberamente di ciò che li rende felici o non soddisfatti. Le coppie devono rispettare i limiti dell'altro, offrendo nuove idee per mantenere il rapporto eccitante.
Come i modelli sessuali ricorrenti influenzano la soddisfazione relazionale a lungo termine, l'intimità emotiva e la novità?
Studi dimostrano che i pattern sessuali ripetuti possono giocare un ruolo importante nell'influenzare la soddisfazione relazionale a lungo termine, l'intimità emotiva e la novità. Il primo aspetto riguarda la frequenza di partecipazione a questi pattern; per esempio, le coppie che partecipano a pratiche sessuali frequenti e variegate tendono a segnalare livelli di intimità e comunicazione superiori a quelli delle coppie con interazioni limitate (Graupensperger et al., 2014).